Cipro, l’Ue e il probabile domani.

 

Cipro, l’Ue e il probabile domani.

 

 

Cipro da un po’ di tempo era in difficoltà finanziarie.

Le ragioni sono note, come è arcinota la divisione della piccola isola/paese in 2 parti: una sotto influenza greca, l’altra sotto quella turca.

La piccola Repubblica – a lingua greca – è quella in crisi, anche se tutta l’isola non nuota nell’abbondanza. Sta sotto l’egida Ue e in parte – politicamente e economicamente – ha ricalcato pregi e difetti della madre Grecia.

Cipro supera di poco 1 mln di abitanti, che divisi grosso modo in due danno l’esatta dimensione di una media città europea.

L’Ue concede 10 mld di € di finanziamento, onde scongiurare la bancarotta. Però, di fatto, commissaria il Paese da tempo. Ergo: concediamo il finanziamento se procedete ad un prelievo forzoso sui C/C tra il 6% e il 10%, rispettivamente per importi inferiori o superiori ai 100.000 €.

 

Nel fine settimana la notizia trapela e nell’isola si scatena il finimondo. I cittadini assediano i bancomat bancari per prelevare più soldi possibili. Vi sono lunghe code, spesso rese inutili dall’esaurimento della liquidità degli sportelli automatici.

Siccome il tutto deve essere ratificato dal Parlamento cipriota, l’imposizione non è ancora in vigore. Si tratta per addolcirla; ma intanto i cittadini non stanno ad aspettare.

All’apertura settimanale del lunedì si prevede un massiccio “assalto” agli sportelli, per prelevare più che si può. Perciò si decide di tenere chiuse le banche. Siccome in Parlamento la si tira per le lunghe e non vi è ancora una maggioranza compatta per far passare il provvedimento, ecco che si decide di tenerle chiuse per altri 2 giorni almeno. Poi si vedrà.

 

La trovata del prelievo forzoso non è tanto una tassa, quanto un’iniquità legale sui risparmi. Infatti, su quel reddito il titolare del C/C ha già pagato le imposte da tempo con il reddito annuale. Diventa perciò un ulteriore balzello, ad uso e consumo dello spreco e del malgoverno, praticato sul risparmio.

Per quanto invece riguarda le imprese, le si priva della liquidità presente di cassa, perciò limitandone la possibilità per gli investimenti o per i pagamenti dei fornitori.

In Italia la “trovata”, pur in forma minore, venne a Giuliano Amato negli anni ‘90, allora Premier in seguito alla detronizzazione di Bettino Craxi, di fatto abbandonato, tradito e esiliato dal suo “angelico” delfino. Personaggio tornato alla cronaca politica per la chiamata di Monti a svolgere il ruolo di commissario: uno dei 3 super tecnici utili a sovrintendere un Governo di tecnici con … lauto compenso! Ed ora possibile chiacchierato pretendente alla poltrona di Presidente della Repubblica.

Pure nella testa di Bersani frulla da tempo, per recuperare soldi utili al Fiscal compact, questa forma di tassa sul patrimonio, che, se messa in atto, affosserà del tutto la nazione e produrrà sicura rabbia sociale.

 

I vertici Ue temono che in Europa possa esplodere la rabbia sociale in modo massiccio e difficilmente contenibile, con possibili perniciosi moti di piazza ovunque.

Tra i popoli Ue, invece, si sta diffondendo l’idea e la convinzione che il responsabile di questo disastro sia additabile nella Merkel, ribattezzata già da molti come “Angela Hitler”.

La colpa, tuttavia, non è solo della Merkel, ma di una politica sbagliata che sta affossando tutta l’Ue. È, di fatto, colpa di tutti quei governanti – presenti e passati – che invece di affrontare di petto le gravi problematiche del Mercato hanno sempre procrastinato le decisioni, facendo il minimo possibile sotto la spinta violenta dei Mercati. La Merkel, da sola contro tutti, non avrebbe avuto alcun potere pratico decisionale.

 

La corsa agli sportelli era già avvenuta in Spagna, anche se per cause diverse, e pure anche in altri stati in modo larvale.

Sta di fatto che con questo malvezzo è difficile sia richiamare capitali dall’estero che rilanciare la ripresa.

Molti cittadini russi hanno importanti depositi a Cipro. Infatti, Putin ha già fatto la voce grossa se la norma fosse destinata a colpire ogni C/C presente nelle banche cipriote, perciò pure quelli di cittadini esteri. Si calcola che la Russia abbia investimenti liquidi a Cipro per oltre 33 mld di €. Con tassa prelievo del 10% parte dell’investimento sarebbe, di fatto, a carico della Russia, benché non membro dell’Ue.

 

La fame di risorse indica che l’Ue è allo sfascio e che i politicanti non sanno più a che santo votarsi.

Hanno creato in 6 anni di crisi (prodotta dal Mercato) recessione ovunque, disoccupazione, crollo della produzione, innalzamento di tasse e di Debito sovrano, povertà e … tanta rabbia sociale. Questa rabbia ha castigato nell’Ue ad ogni elezione politica i partiti al governo e la stessa cosa avverrà quasi di sicuro in autunno alla Merkel in Germania.

In Italia ha dato fiato e voce al grillismo, facendo di M5S il primo partito della nazione. Un movimento comunque per ora disomogeneo e trasversale, nel quale alcuni hanno astutamente … “infiltrato” propri uomini.

L’avvento di Draghi alla Bce ha cambiato in parte la politica finanziaria dell’istituto centrale, calmierando il mercato. Tuttavia senza un particolare Statuto tipo Fed  il destino è segnato, perché non si può procedere con soli interventi sporadici di LTRO.

 

La Russia ha molto investito in ambito Ue, sia nell’industria che nel campo energetico.

Se il malvezzo del prelievo forzoso verrà confermato a Cipro anche sui C/C esteri è ovvio che le nazioni interessate ad investire nel territorio Ue se ne guarderanno bene dal farlo. Più che investimenti nuovi per rilanciare crescita e Pil si assisterà a disinvestimenti graduali e massicci, che penalizzeranno maggiormente la produzione.

Senza contare poi che l’Ue, affamata di materie prime (energetiche) e finanziarie, non possa a sua volta essere tassata per ritorsione in quegli stessi paesi che penalizzerebbe con i prelievi forzosi.

 

Siamo solo all’inizio!

Intanto i Mercati (Borse) reagiscono negativamente, anche se mitigati poi dall’andamento di giornata di Wall Street. E lo spread dei vari paesi in difficoltà compie un balzo in avanti.

Cipro più che un piccolo paese dell’Ue sta diventando un laboratorio di nuova frontiera di tassazione; o, se si preferisce, di rapina legalizzata sui risparmi.

La turbolenza sociale finora si è manifestata nel voto democratico quasi ovunque; ma è facile prevedere che – come in Grecia avviene già, pur nel silenzio interessato dei media – possa esplodere in ben altre manifestazioni.

 

Vi sono più modi per cambiare le cose:

La prima consiste nel cambio totale di politica economica finora adottata dalla ristretta oligarchia Ue, passando al monetarismo di tipo giapponese, dove il rapporto Debito/Pil è al 280%, garantendo comunque un’espansione controllata sia della produzione che del tenore di vita.

La seconda è quella democratica del voto popolare, atta a rovesciare pacificamente partiti e governi che vanno contro la volontà popolare per interessi di Mercato, rendendo l’economia subalterna alla finanza. Di cui M5S è l’emblema odierno.

La terza è la rabbia sociale violenta di piazza, capace di rovesciare Governi incapaci di ascoltare il lamento del Popolo.

 

Ai governanti Ue spetta decidere quale via preferiscono adottare, prima che non sia troppo tardi.

 

 

Sam Cardell

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