I Derivati e i CDS.

I Derivati e i CDS.

 

 

In questi giorni sono stato bombardato da domande del tipo “Che succede?” o “Dove si andrà a finire?”; e domande similari mi sono state poste pure oggi.

Ovviamente non sono un profeta, perché tali personaggi non mi sono mai stati molto simpatici, come pure non sono la Sibilla Cumana (accumunata nella simpatia ai confratelli precedenti).

In effetti, non avendo né potere economico, né politico (e non avendoli mai voluti!) mi considero l’ultimo “pirla” di questo mondo, sperduto tra una marea di saggi ed di esperti i cui risultati (ancora nebulosi) sono sotto gli occhi di tutti.

 

Alle 17 di oggi, circa, un amico mi riferisce di una frase di un noto esponente religioso (che non posso citare esattamente perché non posseggo il testo originale) sulla caducità del denaro e sulla Parola del Padre.

Pur nutrendo il massimo rispetto per il personaggio che l’ha pronunciata mi son messo a ridere ed ho così risposto:

Risolveremo la crisi finanziaria con dei pater, ave e gloria, unitamente alle speculazioni passate, presenti e future di un certo istituto di credito.”.

In L’economia nella filosofia. – Parte I° e II° mi sono soffermato su un certo modo analitico, oggi imperante, di ragionare, specie su quello che addossa sempre alla controparte la causa ed il torto, come pure in precedenza mi sono trattenuto più volte sul concetto di verità e di chi la possieda. E ciò sia in politica che in religione.

La realtà di oggi è che nessuno (politici, esperti, economisti, finanzieri, … profeti) sa di preciso dove siamo e dove arriveremo, per il semplice fatto che non si sa esattamente cosa sta venendo al pettine. Ovviamente si spera che il peggio sia già arrivato, mentre probabilmente siamo solo all’inizio.

 

Pochissimi hanno alzato la loro voce per chiedere a Trichet di abbassare i tassi, ed i politici, di qualsiasi schieramento, hanno brillato per la loro assenza; perché pare ovvio che la spartizione del potere sia più redditizia, tanto nella maggioranza quanto nell’opposizione.

Il problema reale, come oggi appare evidente, non è/era l’inflazione (statisticamente modesta, ma nella realtà più consistente), bensì il tornado finanziario che stava avanzando a grande velocità: prima negli States, poi in Europa e nel mondo intero.

 

Gli esperti dei media parlano di sub prime, dimenticando che questi appartengono alla categoria dei Derivati, come: i Futures, i CDS (Credit default swap), i Warrant e gli Hedge fund. Alcuni di quelli ora citati non appartengono propriamente alla categoria dei Derivati, anche se con questi di norma hanno a che fare operativamente nella speculazione e possono, perciò, essere a questi assimilati.

L’ISDA (International Swaps and Derivatives Association) nel 2006 comunicava che i CDS erano cresciuti ben del 52% e che ad inizio 2008 avevano raggiunto la stima prudenziale di poco meno di 50 trilioni di $.

Qualcuno sa quanti sono 50 trilioni? Scrivere tale cifra sarebbe problematico; ma considerato che un bilione equivale a mille miliardi, si giunge alla facile conclusione che il trilione equivale a un milione di bilioni.

Per fare un raffronto semplicistico diciamo che il debito totale degli U.S.A. è circa 1/6 di tale cifra.

Bush ed il Congresso hanno varato un piano d’intervento di 700 miliardi di $, salvo scoprire a pochi giorni di distanza che ce ne vogliono ora almeno il doppio; poi non si sa.

UniCredit per 10 giorni ha emanato comunicati di assoluta garanzia di solvibilità, salvo varare velocemente un piano di ricapitalizzazione di 6,6 miliardi di € (circa 13.000 miliardi delle vecchie Lire) per tamponare le falle urgenti. In primavera ha in scadenza una tranche di bond e, data la consistenza, non si sa come farà a onorare tale impegno, salvo provare ad emetterne altri se qualcuno (chi?) vorrà sottoscriverli.

In Germania per Hipo Bank il piano di salvataggio promosso da Angela Merkel è saltato perché le banche chiamate a salvare/rilevare la consorella hanno rifiutato d’intervenire ritirandosi tutte in buon ordine, considerato che l’esposizione stimata era subito parsa di moltissimo inferiore alla realtà.

Trichet, bontà sua, dopo aver alzato non molto tempo fa il tasso (anziché abbassarlo) ed essersi intestardito ad inizio mese a mantenerlo, ora ammette che la situazione è molto grave.

Quanti miliardi di € ha immesso sul mercato in una settimana? Facendo un rapido conteggio una cifra da capogiro, bruciata sull’altare dell’inefficienza e dell’assoluta imprevidenza. Non era forse meglio abbassare i tassi tempo fa con uno sperpero minore e non minando il sistema intero? Chi pagherà tale cifra, forse Trichet?

Domanda retorica: che ci sta a fare la BCE se non a monitorare i flussi di mercato, controllare l’operato bancario e i pericoli in agguato? Mistero!

 

L’Europa dei molti Stati procede come la globalizzazione selvaggia, cioè (finora) ognuno per il suo interesse senza una strategia comune e, fatto ancor più grave, senza valide idee in testa. Ma l’€ è stato creato appunto per … questo!

Tremonti e D’Alema discutono su Marx, probabilmente perché la conoscenza del filosofo/economista dell’800 è forse loro più familiare delle problematiche attuali.

I sub prime erano l’avanguardia di un’economia globalizzata impazzita, nata proprio dalla dottrina keynesiana, fondata sull’investimento/indebitamento per produrre sviluppo e ricchezza.

Difatti egli rovesciò[1] l’assioma classico liberista in base al quale il risparmio (privato e sociale) era una virtù, sulla quale poggiare l’investimento futuro; lo additò, pertanto, come freno allo sviluppo, coniugandolo[2] poi con l’idea che le politiche destinate a stimolare la domanda, anche tramite l’incremento della spesa pubblica (e del debito), sono giustificabili.

 

I CDS cosa sono? Sono titoli che scommettono sull’insolvenza delle società, sia pubbliche che private.

In pratica il capitalismo globalizzato selvaggio che scommette sul fallimento di sé stesso!

Warren Buffett, in un report annuale ai suoi azionisti, li definì come armi finanziarie di distruzione di massa con questo illuminante passaggio:

Se i contratti derivati non vengono "collateralizzati" o garantiti, il loro reale valore dipende anche dal merito di credito delle controparti. Allo stesso tempo, comunque, prima che il contratto sia onorato, le controparti registrano profitti e perdite -spesso di enorme entità- nei loro bilanci senza che un singolo centesimo passi di mano. La varietà dei contratti derivati trova un limite solo nell’immaginazione dell’uomo (o talvolta, a quanto pare, del folle)”.

 

Chi pratica spesso questo tipo di investimento altamente rischioso? Di norma gli Hedge fund, nati negli anni ’50 negli States e poi istituzionalizzati come persone giuridiche e aventi, spesso, sede nei paradisi fiscali.

In Italia sono stati legalizzati come Fondi di investimento comuni speculativi con decr. Min. Tesoro 228/1999; tuttavia vale sottolineare che, già da decenni, aziende italiane li gestivano tramite loro società off shore con sedi in paesi esteri, preferibilmente nei cosiddetti paradisi fiscali.

Di chi sono? Considerati i capitali necessari sono riconducibili a banche, a finanziarie ed a società (fondi comuni) con azionariato facente riferimento di norma ad altre persone giuridiche.

Da dove vengono i buchi attuali nei bilanci? Proprio da questa disinvolta gestione rischiosissima del denaro, ricevuto in affidamento dalla clientela (aziende e privati).

E chi, essendo andato a chiedere una consulenza in banca su un investimento possibilmente redditizio, non è mai stato indirizzato verso tale tipo di mirabolante investimento rischioso (magari senza saperlo) alzi la propria mano.

Per rendersene conto basta la mia citazione che ho inserito alla nota 5 di Un nuovo ’29 si avvicina?, onde comprendere pienamente come questo modo operativo non appartenga solo a certe banche laiche (eticamente forse carenti), ma pure a quelle di origine e di estrazione cattolica (e gestite da cattolici).

Perciò, se mi è concesso, voglio chiudere con questa semplice citazione tratta da Gv 8,7 “… Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra …”.

 

Considerata l’imponenza dei CDS in circolazione le buone intenzioni, dei nostri politici e dei responsabili monetari, saranno sufficienti a placcare il danno finanziario allo stato attuale? E i bilanci degli Stati, di gran lunga inferiori al monte complessivo dei CDS, riusciranno a farvi fronte?

Tutti lo speriamo, anche se per addivenire a ciò bisognerà che i paesi industrializzati agiscano rapidamente e con decisioni drastiche, onde porre un tappo a questa imponente e inqualificabile deriva disastrosa.

Come? Non spetta a me trovare i correttivi ed i mezzi necessari, ma la sterilizzazione dei bond e dei sub prime, il drastico calo (dimezzamento) del TUS (Tasso di sconto) e il possibile blocco delle Borse a tempo determinato (fino a che la situazione non sia perfettamente chiara) potrebbero essere un passo iniziale opportuno.

Poi verranno le nuove regole etiche e finanziarie in grado di poter eliminare i disastri attuali.

A mali estremi, estremi rimedi!

Sperando che il tornado perda per strada la sua forza distruttrice, come talora provvidenzialmente avviene.

 

 

Sam Cardell

 


[1]Trattato sulla moneta – J. D. Keynes – 1930

[2]Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta – J. D. Keynes – 1936

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